Il mondo degli investimenti sta vivendo una vera e propria rivoluzione. Con l’avvento dei robo-advisor e l’incremento dell’interesse per i fondi passivi, i gestori di fondi attivi possono iniziare a sudare freddo. Ma quali sono le motivazioni alla base di questi cambiamenti spiazzanti nel settore finanziario? Analizziamo insieme questo fenomeno.Ciò che un tempo dominava il mercato, ovvero la gestione attiva dei fondi di investimento a opera di esperti finanziari con la missione di battere il mercato, adesso sembra vacillare sotto il peso di alternative sempre più valide. Fondi indicizzati ed ETF stanno conquistando fette sempre maggiori di investitori, grazie alla possibilità di un investimento a minor costo e, non raramente, con performance superiori rispetto ai classici fondi attivi.
La crisi dei gestori attivi: questione di numeri
Quando si scava nella questione, emergono fattori rilevanti come l’elevato costo di gestione dei fondi attivi, attribuibile all’impiego di risorse come team di analisti e figure professionali specializzate. Queste spese si traducono in commissioni non proprio leggere per chi decide di investire, e nella situazione attuale di bassi tassi di interesse e rendimenti moderati, gli investitori si mostrano sempre più attratti da opzioni alternative che allettano il portafogli.Per aggiungere un altro tassello, pare che a lungo termine non tutti i fondi attivi riescano a garantire risultati che battano i benchmark. Secondo una ricerca di S&P Dow Jones Indices, molti fondi attivi non mantengono nel tempo performance particolarmente eclatanti, facendo vacillare la fiducia degli investitori.
Le nuove tendenze: tecnologia e nuove generazioni
Non possiamo dimenticare il peso della tecnologia, che sta rivoluzionando il settore. I robo-advisor, con la loro gestione automatizzata, stanno rubando la scena offrendo servizi a costi dimezzati rispetto alla gestione attiva. L’investimento ottimizzato e a basso costo ha l’effetto di un canto delle sirene per un pubblico sempre più informato e connesso.Anche le inclinazioni delle nuove generazioni non vanno trascurate. Millennials e Gen Z preferiscono metodi d’investimento all’avanguardia, che riempiono il portafoglio senza svuotare le tasche. E la loro sete di trasparenza e convenienza sta già lasciando un segno indelebile sulle modalità di investimento, potenzialmente erodendo ulteriormente il terreno sotto i piedi dei fondi attivi.Sebbene il declino dei fondi attivi non sia ancora scolpito nella pietra, la loro capacità di adeguarsi alle nuove esigenze del mercato sarà decisiva nel determinare il loro futuro. La finanza è in continua evoluzione e la strategia di ieri potrebbe non essere più sufficente per il domani.E voi, siete pronti a cavalcare l’onda dei cambiamenti nel mondo degli investimenti? Vi affidereste ai robo-advisor e ai fondi passivi o credete che nella vecchia gestione attiva ci sia ancora qualche asso nella manica?”La vera scoperta non consiste nel trovare nuove terre, ma nel vedere con nuovi occhi”, sosteneva Marcel Proust. Questa riflessione sembra calzare a pennello nel contesto dell’evoluzione del sistema bancario e degli investimenti. L’avvento dei robo-advisor e la crescente predilezione per gli investimenti passivi non sono altro che la manifestazione di un cambiamento di prospettiva nei confronti della gestione del capitale. In un’era caratterizzata da accesso illimitato all’informazione e da una crescente sensibilità verso i costi, il tradizionale modello di investimento attivo appare sempre più anacronistico. La sfida per il futuro non sarà tanto quella di battagliare contro queste innovazioni, ma di integrarle in una visione più ampia e diversificata dell’investimento. La capacità di adattamento e la flessibilità saranno, quindi, i veri alleati di chi opera nel settore finanziario, in un mondo dove l’unica costante sembra essere il cambiamento stesso.